I genitori degli altri
Federfarma si fa promotrice della genitorialità responsiva.
C’era forse bisogno di un altro libro che parlasse di genitorialità? E che attraverso la voce degli autori approfondisse il tema della responsabilità nelle relazioni? Che esplorasse l’origine di certe disfunzioni, di certe distorsioni comunicative, così frequenti nella vita familiare di ciascuno di noi?
C’era forse bisogno dell’ennesimo EVENTO, nella cui cornice le persone potessero incontrarsi per potersi liberamente esprimere a proposito del sistema familiare allargato, estensivo e policromatico?
Questa rinnovata esigenza è suggerita, ancora oggi, presso la sede della Federfarma di Napoli, dal desiderio di proseguire nella ricerca di una guida, di approfondire la dimensione esperienziale dell’essere figli e genitori fuori dagli standard dei canoni binari.
L’ispirazione argomentativa dell’EVENTO è mossa ancora una volta dal bisogno di gestire certe preoccupazioni che persistono nell’animo di ciascuno di noi a proposito del processo evolutivo e del compito educativo spesso condotti sotto il peso di ricordi dolorosi per aver vissuto esperienze familiari complesse.
L’evento inaugurale, dedicato alla presentazione del libro “I genitori degli altri” (P. Valerio, M. Di Fratta, E. Vitolo – Editore L. Guerriero), si terrà presso la sede di Napoli della Federfarma in Via Toledo, nel pomeriggio di Mercoledì 3 Dicembre 25, per proporre all’ uditorio una riflessione critica a proposito della genitorialità responsiva e inclusiva, che educhi alla diversità e che si configuri libera, scevra da quei pregiudizi che da sempre investono il genere, la disabilità, le origini culturali e la provenienza territoriale.
La presentazione del testo si profila dunque come un’opportunità narrativa, esplicativa e di discussione per un gruppo di persone alla ricerca di una nuova forma di solidarietà, quella che abbiamo smarrito da tempo, dapprincipio dietro le mascherine e successivamente all’ombra delle maschere antigas, nelle trame del conflitto ibrido, che uccide a colpi di droni, senza la dignità del viso aperto e della lotta corpo a corpo.
Potremmo affermare che questo bisogno di tornare su di una questione annosa è stata avvertita da professionisti molto sensibili, impegnati, ciascuno nel proprio servizio di riferimento (scuola, consultorio, comune, centro riabilitativo), ad esercitare competenze educative, sociali e sanitarie durante un periodo doloroso e complesso, quello della pandemia, che è stata preludio di guerra e di crimini genocidari.
Il libro, dedicato ai colori della genitorialità, ci propone di superare la linea di demarcazione che tiene distinta la filiazione biologica da quella elettiva e sociale. Il contributo degli autori, raccolti come esploratori intorno al fuoco della comunicazione digitale, si caratterizza per un linguaggio descrittivo, proteso a raccontare le storie di un mondo che cambia velocemente e che promuove attività di ricerca e di studio.
E’ nella persona di Paolo Valerio che questa equipe ha rinvenuto un’opportunità di raccordo a proposito del lavoro di rete, della pluralità dei linguaggi e dei saperi.
L’inclusione è e resta il cuore di un dibattito sempre vivo, che pulsa anche e soprattutto in situazioni di emergenza e crisi. La descrizione di vicende esistenziali consentirà al lettore di comprendere il punto di vista di giovanissime persone che non sempre si riconoscono in un processo di filiazione.
Chi scrive guarda alle nuove geometrie della genitorialità, per scoprire come l’esercizio della funzione adulta possa contribuire a preservare le future generazioni da un destino incerto, dai rischi della crisi identitaria. In assenza di una netta distinzione tra naturale e adottivo, i professionisti si sono confrontati all’ombra di un grande albero, quello dell’esperienza, della genitorialità istituzionale e sociale.
Salvatore Borsellino, presidente dell’associazione “Agende Rosse”, con la sua prefazione, li ha incoraggiati ad un percorso di rinnovamento, perché l’impegno sociale diventasse un processo consapevole di ricostruzione, indispensabile per affermare verità e giustizia.
Per non perdere la bussola, per sapere in quale direzione si trova il nord del mondo come di una regione, c’è ancora bisogno di interrogarsi sulla funzione dell’osservazione sociale e psicologica nel lavoro rete come di curare una attenta ricostruzione anamnestica della persona, se intendiamo sostenere gli adulti nella loro autorevolezza.
Il libro risponde a quesiti inquietanti, a proposito di bambini che vengono percepiti come burattini di legno e di adolescenti impegnati ad affermare creativamente il gender diverse.
La presentazione del 3 Dicembre 25, presso la sede della Federfarma, si profila come una opportunità volta ad aprire nuovi spazi di accoglienza e ascolto che esulano dalla dimensione clinica, e che dispongono alla prospettiva pedagogica e socioeducativa.
C’ è tanto bisogno di raccontare la storia di giovani che, scampando ad un passato di abusi e di manipolazioni, non sempre riconoscono l’adulto nella sua funzione di guida ma che, nonostante gli eventi sfavorevoli, presto si scopriranno come i protagonisti di una nuova prospettiva esistenziale .
Il libro è stato pensato per lasciare la parola a figli e figlie che si aprono alla contestazione, alla riflessione e al rinnovamento culturale. Resta, infatti, fermo proposito degli autori quello di trasferire, in sede di presentazione e discussione presso la Federfarma, i colori, le sfumature, le geometrie di una nuova genitorialità, come di descrivere il disimpegno di molte coppie e la crisi del modello tradizionale.
Questo libro e la sua presentazione del 3 Dicembre 25 si propongono di raccontare chi sono e come vivono i genitori degli altri.
Michela Di Fratta

