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BULLISMO, AVEVA SOLO 15 ANNI PAOLO MENDICO

Aveva solo 15 anni Paolo Mendico: il ragazzino si è tolto la vita nei giorni scorsi. I genitori, Giuseppe Mendico e Simonetta La Marra, sono ancora distrutti e sconvolti dall’accaduto: puntano il dito contro i compagni e anche contro la scuola, rea di non aver aiutato il figlio. «È stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola ma siamo rimasti inascoltati», le parole della mamma.

Paolo, alle spalle, aveva anni di scherno, aggressioni e bullismo: «Quante volte l’ho visto piangere – aggiunge Simonetta – Alle elementari le aggressioni dei compagni e lo scherno delle maestre, alle medie il bullismo dei professori. Poi gli apprezzamenti al primo anno dell’Istituto informatico Pacinotti.

Paolo amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi, dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo Paoletta, femminuccia, Nino D’Angelo. Lo aspettavano in bagno, prima era uno poi sono diventati di più». I genitori raccontano di aver raccontato subito tutto alla scuola: «Ci hanno assicurato che l’avrebbero aiutato.

Ma tutto è finito solo dopo che Paolo ha deciso di tagliarsi tutti i capelli. La prima denuncia alle elementari, in quinta: ci siamo rivolti ai carabinieri perché un compagno ha puntato contro nostro figlio un cacciavite in plastica, diceva che lo doveva ammazzare. E la maestra non è intervenuta.

Tutte le altre sono state denunce scritte e verbali agli istituti, ma non facevano niente. Mamma Simonetta non si dà pace e tira in ballo un episodio di qualche mese fa: Mio figlio è stato rimandato al primo anno in Matematica. Mio marito è andato a parlare con la vicepreside per capire, visto che i voti erano tutti ottimi e in matematica era di poco sotto la sufficienza.

Aveva pregato la vicepreside di mantenere quel colloquio riservato. Invece il giorno dopo, alla prima lezione di recupero, a Paolo è stato detto che era andato a lamentarsi. Da quel momento mio figlio non si è fidato più di noi. Sarà stato questo?».

Al suo funerale soltanto uno dei suoi compagni: e nella chat della classe, l’ultima frase è macabra quanto inquietante: «Ha scritto “Prendetemi il posto in prima fila” perché secondo noi adesso vuole vedere come finisce tutta questa storia», conclude la mamma. «Qualcuno ci spieghi cosa è successo e abbia il coraggio di denunciare».

ARTICOLO DI : Post di Marcovalerio Cervellini – https://www.facebook.com/share/p/16yh5viU9H/

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